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Quando il cantautore si crede “puro”

La pura essenza dell’arte

Quante volte avrò sentito parlare di “purezza” riferita all’arte? Ma che cosa si intende con questo termine un po’ troppo inflazionato? Nella maggior parte dei casi, questa parola viene usata per evidenziare quanto un artista si senta poco vicino a dinamiche che esulano dall’attività creativa, distante da vicende che possano in qualche modo condizionare le sue composizioni.

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Esiste la purezza?

Su questo argomento sarebbe lecito utilizzare un gran numero di giri di parole, ma la realtà è che la purezza, cosi’ come la intendiamo, non esiste. Ho sentito tanti artisti fregiarsi di questa parola, ma la verità è che ogni opera è sempre condizionata da moltissimi fattori meno “nobili”, come la società in cui si vive, il periodo storico, le abitudini, ma anche i vizi. In tutto quello che facciamo c’è un po’ del nostro retaggio, sia personale, sia quello che la società si porta dietro. Non solo è sbagliato fuggire o negare tutto questo, ma è persino dannoso.

L’arte pura non è arte

Già di per sé è un controsenso quando associamo una qualche virtù di assoluta purezza ad una qualsiasi forma d’arte. L’arte, come la musica scritta da un cantautore, si arricchisce proprio grazie alla contaminazione (tutto il contrario della purezza) non solo da parte di altri artisti, ma anche e soprattutto dal mondo che si muove accanto a noi, dalle grandi alle piccole cose. Anche l’affitto da pagare condiziona il nostro modo di pensare e può essere uno stimolo alla nostra creatività. Sembra stupido ma è così. La vita e le sue sfaccettature rappresentano l’inchiostro per quel foglio bianco che abbiamo davanti quando cominciamo a scrivere una canzone.

Il modo per giustificare le proprie lacune

Voglio essere provocatorio, ma a fin di bene. Ogni volta che sento qualcuno tirarmi fuori la storia della purezza oppure lo stesso si vanta di non fare questo e quest’altro, di non occuparsi di niente oltre alla musica, non posso non constatare come, in effetti, chi si nasconde dietro questi argomenti, distolga l’attenzione dalla sua scarsa creatività che si ripercuote fortemente sulla qualità delle proprie canzoni. Quello che questo ipotetico tizio non capisce, è che già è fortemente condizionato e che il modo di usare le parole e le sue rime, l’originalissimo giro di accordi che ha trovato, lo sviluppo della melodia, sono molto probabilmente il prodotto di un suo predecessore. Solo… rimescolato. Quindi: di che purezza sta parlando?

Concludendo

Non negatevi di fare esperienze, di occuparvi voi stessi di tutto quello che serve per promuovere la vostra musica o di tutti quegli aspetti che sembrano distanti dal “angolo compositivo” che vi siete creati, convinti che questo possa nuocervi. Ogni singola cosa, anche la più piccola, che scalfisce la vostra vita, arricchisce il vostro modo di pensare. E le vostre canzoni.

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