Breve storia di una canzone
Come tutti sappiamo, la musica, come qualsiasi forma d’arte, ha come sua funzione principale quella di trasmettere emozioni al fruitore dell’opera. Possiamo farlo attraverso i suoni, le parole o le due cose messe insieme. Se riusciamo in questo difficile compito, significa che la nostra canzone è capace di intrattenere la nostra platea. Esattamente come succede in un film: si cerca di colpire nell’animo, nell’intelletto e pure ad un livello sensoriale il pubblico. Trama originale e capace di stupire, fotografia coinvolgente, colonna sonora avvincente, recitazione di livello. Tanti sono gli elementi che contribuiscono al successo del film e nulla va lasciato al caso. Quindi, tornando alla nostra musica, conta la nostra performance vocale, il nostro testo, il nostro arrangiamento (e noi siamo qui proprio per questo!), tutto deve riuscire a coinvolgere i sensi e le emozioni del nostro ascoltatore. Ma vediamo qualche consiglio pratico.
Non dichiarare le emozioni
I sentimenti e le emozioni in genere non dovrebbero essere “dichiarati” a priori, ma devono essere suscitati, più che descritti. In questo la letteratura ci aiuta molto. Inutile dire nel testo che “sono triste”, piuttosto meglio inquadrare la situazione che ci rende tristi e lasciare che sia il pubblico a provare empatia rappresentando il contesto in modo che provi tristezza da sé. La psiche umana è complessa e difficilmente riusciremo a veicolare la gioia, la tristezza, la voglia di ballare semplicemente dichiarandola chiaramente. Va contestualizzato, raccontato, lasciando all’ascoltatore l’onere di interpretare il messaggio musicale in base all’emozione che vogliamo trasmettere. Qui esce la bravura e l’esperienza di chi scrive.
Sorprendimi!
Un fattore indispensabile nella qualità della scrittura, sia del testo che della musica, è rappresentato dalla sorpresa. Molti artisti cercano di percorrere strade già battute da altri, senza avventurarsi in luoghi meno esplorati, credendo di essere al “sicuro”, senza rischi. L’unica cosa sicura, invece, è che non sono originali e di certa c’è solo la noia e qualche sbadiglio di troppo. Quando si cerca il giro armonico, cercate di sorprendere con un accordo particolarmente studiato o una frase del testo spiazzante. Si può sorprendere il pubblico con piccole cose, ma sono importanti. Le barzellette ben riuscite suscitano la risata perché proprio all’ultimo deviano la razionalità sorprendendo l’ascoltatore con qualcosa che proprio non si aspettava. Questo concetto va esteso a tutto il mondo dell’arte. Stupore vuol dire emozione.
La qualità della produzione
Quante volte avete sentito che una canzone, per funzionare, deve girare bene anche solo chitarra e voce? Ecco, è vero. Ma poi questa canzone che funziona deve arrivare al maggior numero di persone e suscitare una reazione emotiva. Ricordate l’esempio del film? Anche nella musica, l’impatto sensoriale deve essere alto. Ecco perché ogni giorno si producono canzoni con attrezzature professionali estremamente costose e con tecnici e produttori esperti. Una voce registrata molto bene e gestita altrettanto bene nel mix e quindi in tutto il processo produttiva, è una voce capace di avvolgere e coinvolgere in maniera infinitamente superiore rispetto alla stessa prodotta in modo non professionale. E questo vale per tutto il resto della parte strumentale. Quindi: cantare bene, suonare bene, curare tutti gli aspetti tecnici della registrazione e del mix è certamente un percorso che porta ad un risultato all’opposto rispetto alle registrazioni fatte con il microfono della webcam!
Concludendo
C’è moltissimo da dire – e lo faremo in altri articoli – riguardo le tecniche e i concetti che si nascondono dietro lo scrivere canzoni. Ma questi argomenti mi sembrano già dei validi spunti di riflessione che, se presi seriamente, porteranno ad una crescita artistica esponenziale. Perché, per un artista, rimanere fermo è reato.